Una Sala del Consiglio comunale gremita ha ospitato la presentazione libro “Storia di Castelnovo di Sotto e delle sue comunità. Dalle origini al 1479 – Volume I”, scritto dallo storico e archeologo Ivan Chiesi ed edita da Litocolor. L’incontro ha mostrato come la storia di Castelnovo non sia un racconto circoscritto, ma la chiave per leggere le vicende di un’ampia area della pianura reggiana, da sempre attraversata da poteri, scambi e trasformazioni.
Nel dialogo con Gianluca Bottazzi, già docente di Storia all’Università di Parma, e con l’introduzione di Davide Villani (Le Rane APS), Chiesi ha ripercorso oltre quarant’anni di ricerche, condotte negli archivi di Parma, Reggio, Modena e Milano, portando alla luce centinaia di documenti, molti dei quali inediti.
Uno dei temi centrali è stato il ruolo di Castelnovo come “capitale” locale, centro amministrativo e politico di riferimento per un’area ben più vasta dei confini comunali. Questa centralità fu particolarmente evidente tra XIII e XIV secolo: durante il dominio dei da Correggio. A quell’epoca Castelnovo fu un nodo strategico per il controllo delle campagne, delle vie di comunicazione e delle risorse.
Determinante, in questa storia, è il tema delle acque. Canali, fossi e risorgive hanno modellato il paesaggio e l’economia, mentre i corsi del Crostolo e della Cava sono stati per secoli al centro di interventi di bonifica e di aspre controversie. L’acqua emerge come risorsa vitale, ma anche come strumento di potere che veniva regolato attraverso accordi, perizie e atti notarili.
Tra le scoperte più rilevanti presenti nel volume, una ha suscitato particolare interesse nel pubblico: il rinvenimento nel territorio di asce rituali in giadeite (una pietra proveniente dalle Alpi) e di ripostigli di lingotti in rame (aes signatum), databili tra VI e V secolo a.C. Si tratta di reperti di eccezionale importanza, che indicano come l’area di Castelnovo fosse inserita già in età protostorica in reti di scambio a lunga distanza e frequentata per pratiche economiche e votive, spesso legate ai luoghi d’acqua. Una scoperta che ribalta l’idea di un territorio marginale, mostrando invece una centralità antichissima.
Il volume ricostruisce inoltre la fitta trama delle famiglie locali che hanno abitato e governato il territorio, comprese le ville storiche che facevano parte del comune di Castelnovo. Le ville medievali di Campegine, San Savino, Cogruzzo, Cornetole e Meletole erano comunità vivaci e attive, con una forte identità sociale ed economica. Queste ville non erano semplici frazioni, ma nodi vitali nel sistema amministrativo e agricolo della zona, e spesso erano al centro di conflitti legali e amministrativi, che venivano regolati attraverso atti notarili e controversie legate ai confini agricoli e ai diritti d’acqua.
Accanto alle grandi signorie emergono notai, massari e proprietari terrieri: dai Cocconi ai Tagliavini, dai Caleffi agli Speroni, fino ai Tafurelli. Essi furono protagonisti di una gestione quotidiana fondata su documenti, contratti e mediazioni.
Non sono mancate le curiosità, come la revisione di antichi equivoci toponomastici, chiariti grazie al ritorno sistematico alle fonti originali.
Durante la serata è stato infine sottolineato il valore formativo del lavoro di Chiesi: la storia di Castelnovo e del suo territorio incrocia i grandi temi dei libri di scuola, dalla nascita delle signorie medievali alla gestione delle risorse naturali, rendendo concreta e comprensibile la grande storia attraverso il territorio in cui si vive.
Il libro si conferma così uno strumento fondamentale per comprendere l’evoluzione storica della pianura reggiana, restituendo a Castelnovo di Sotto il ruolo di territorio centrale, tutt’altro che periferico, nella storia locale e padana.
L’iniziativa è stata realizzata con il main sponsor Iren, con il contributo della Libera Università Castelnovese del Sapere Permanente, dell’Associazione della Sinistra Castelnovese, di Meletolè 2019 APS e del Circolo ANSPI “U. Bellini” di Cogruzzo, con il sostegno e il patrocinio dell’Amministrazione comunale.