Si chiuderà domenica 5 luglio la rassegna tra cinema e cultura “Parole, visioni e paesaggi della Bassa” organizzata dall’associazione Meletolè.
L’ultimo atto sarà un percorso a tappe in bicicletta tra le eccellenze paesaggistiche e culturali della Bassa. Il ritrovo sarà alle 16.30 alla sede dell’associazione Meletolè di via Melegari 32. Il rientro dal tour è previsto alle ore 20 con gnocco fritto e salumi da asporto ad aspettare i partecipanti.
Il percorso toccherà la lapide commemorativa dell’invasione delle cavallette, la terramara di Santa Rosa, la Casella bianca, Palazzo Greppi, la tenuta Bigliana e la corte Canossa.
Per partecipare è necessaria la mascherina e la prenotazione ai numeri 339.7501417 (Gianni) o 345.9377598 (Claudio).
Ecco le tappe nel dettaglio:
LAPIDE COMMEMORATIVA DELL’INVASIONE DELLE CAVALLETTE
La lapide, testimonianza della cultura religiosa presente nelle campagne, ricorda la fine di una invasione di cavallette avvenuta nel 1745 grazie al simulacro di S. Vittoria portato in processione sul luogo e la successiva cessazione di una lunga siccità nel 1895. Entrambi gli eventi potevano rappresentare al tempo motivo di grande preoccupazione per le popolazioni rurali che rischiavano di dover affrontare periodi di carestia per i mancati raccolti a seguito di questi eventi calamitosi.
L’iscrizione racconta:
Ad onore di S. Vittoria martire che, portato sin qui il suo simulacro nel Luglio 1745 liberò queste terre, dall’invasione delle cavallette e dal popolo unito di S. Vittoria e Meletole ugualmente onorata, il 27 settembre 1885 con repente e larga pioggia cessò una lunga siccità. Le sorelle Tonini Alai di Modena, che da tempo ebbero questa casa, Enrico Vioni novello posseditore di Meletole e Giuseppe Gualdi di Brescello devoti alla santa, questo monumento posero il 27 Aprile 1894.
TERRAMARA DI S. ROSA
Le terramare rappresentano tipiche forme di insediamento dell’età del Bronzo Medio e Recente (fine XVI-XIII sec. A.C.) della Pianura Padana centrale. Furono di sovente caratterizzate da abitazioni su impalcato ligneo, di cui restano le buche di palo. L’abitato di S. Rosa è delimitato da un terrapieno e da una recinzione lignea. La foto aerea pone in luce chiaramente i limiti del sito costituiti dai terrapieni di colore chiaro che individuano due aree: a Nord un abitato ellittico dell’estensione di 1 ettaro (Villaggio Piccolo) e a Sud uno quadrangolare dell’estensione di circa 5 ettari (Villaggio Grande). Nel Villaggio Piccolo gli scavi sono stati condotti dal 1987. La stratigrafia di questa parte del sito, pur gravemente danneggiata dalla presenza di una cava di “marna” ottocentesca, ha permesso di acquisire numerosi dati riguardanti lo sviluppo dell’urbanistica e delle strutture difensive. Dal 1992 sono in corso gli scavi del Villaggio Grande, che risale per lo più al Bronzo Recente, ed è perfettamente conservato dal punto di vista stratigrafico. Nel 2000 è stata inoltre scoperta una parte della necropoli, costituita da aree di combustione e da urne cinerarie, offrendo così la possibilità di esplorare contemporaneamente abitato e necropoli.
CASELLA BIANCA
Assieme alla località Capanna (detta anche Manico del Parolo) è un importante punto di confluenza delle acque di scolo e pioventane di antichi Cavi di Confine, Scaloppia, Rio Morto, Fossa Marza che raccoglievano le acque dei territori più bassi dei comuni di Brescello, Boretto, Poviglio, Castelnovo di Sotto, Gualtieri. Attualmente molti di quei cavi che giungevano in località Sette Ponti sono scomparsi e soppiantati dal Canale Derivatore (Fiuma 1927) che confluisce all’antica Botte Bentivoglio. Restano di essi alcune tracce nel Collettore Impero, nel Cavo Vittoria e in altre piccole canalizzazioni.
PALAZZO GREPPI
Il palazzo sorge per volere dei conti Greppi di Milano che avevano ricevuto dagli Estensi una tenuta agricola di notevoli dimensioni nel 1769. Il palazzo è posto in posizione baricentrica rispetto all’abitato. Caratteristica della struttura è il ripetersi costante di precisi standards di dimensione e costruzione. Si sviluppa su tre corpi principali e ricorda, in parte, il modello costruttivo delle ville venete. Si distinguono il corpo centrale, con appartamenti nobili, sale di rappresentanza (attualmente Sala Civica in uso all'amministrazione Comunale) ed un magnifico salone, chiamato “il teatrino”,con decorazioni risalenti ai primi dell’Ottocento, ripulite e restaurate. Le due ali, di ponente e di levante, presentano doppio loggiato. L’originalità del palazzo è costituita dall’accostamento delle funzioni produttive e di quelle abitative di rappresentanza.
TENUTA BIGLIANA
Vittorio Parenti e don Angelo Melegari, parroco di Santa Vittoria, sono stati i promotori della nascita di quest’ultima. Fondata il 20 ottobre 1950 e composta da 120 soci, prende possesso proprio nel 1951 di 250 ettari della Tenuta Bigliana attraverso la Cassa per la Formazione della Piccola Proprietà Contadina, diventando la più grossa Cooperativa socialdemocratica della provincia di Reggio. Nel bellissimo casale di Santa Vittoria, frazione di Gualtieri, ha sede questa piccola cooperativa agricola, composta da 6 soci. La vocazione che li guida è la coltivazione di prodotti legati storicamente al territorio, come l’Anguria Reggiana IGP, i meloni, le zucche e i vigneti. Queste terre avevano anche un’altra grande tradizione, quella del riso e la Cooperativa La Libertà è rimasta l’ultima nel reggiano a mantenerla viva con la vendita del prodotto. L'impianto è a corte aperta con i fabbricati disposti sui due lati, settentrionale e di levante del vasto piazzale frontale. Si evidenzia il casino civile con tipica pianta quadrangolare su due livelli e sottotetto con luci regolari e simmetricamente distribuite. Sopra l'ingresso è notabile un tondo di fattura robbiesca raffigurante la Beata Vergine.
CORTE CANOSSA
Attuale fondo agricolo della famiglia Dallaglio vede sui suoi terreni un edificio di pianta rettangolare e struttura compatta risalente al dodicesimo secolo di origine matildica come testimoniato dallo stemma della casata ancora presente sul lato destro della porta morta. Presumibile stazione di cambio cavalli per il transito della Contessa Matilde nei suoi spostamenti da Canossa verso Mantova e S. Benedetto Po.