Le "tappatrici" sono quegli strumenti utilizzati per "mettere il tappo alle bottiglie di vino", che nella nostra zona equivale a dire, soprattutto, "lambrusco" o "malvasia", i vini certamente più rinomati, imbottigliati e "bevuti" nella nostra Provincia.
Il museo delle "tappatrici d'epoca" raccoglie più di trecento imbottigliatrici di ogni tempo e provenienza e in Italia costituisce una vera rarità.
Artefice del singolare quanto "romantico" museo è un artigiano in pensione, Silvano Perseguiti, che da anni colleziona con cura questi macchinari, animato da grande passione e dalla volontà di non disperdere un aspetto così caratteristico della nostra tradizione e del nostro territorio.
Le più antiche tappatrici del museo risalgono addirittura alla fine del '600, passando attraverso i secoli per arrivare poi a quelle più moderne, dell'inizio del '900. Ve ne sono di francesi, belghe, tedesche ma - tiene a sottolineare Perseguiti - quelle di migliore fattura sono quelle "nostrane", molte delle quali erano utilizzate proprio nelle campagne di Castelnovo Sotto.
L'aspetto curioso di queste attrezzature è che Perseguiti, che ha un passato da meccanico, le ha dotate tutte di un motorino (quasi sempre ricavato da quello dei tergicristalli delle auto) che, premendo un tasto, si attiva e ne mostra il funzionamento. Alcune le ha persino corredate di pupazzi che, in azione, mostrano alcune fasi della raccolta del vino, come ad esempio la pigiatura dell'uva. Ma i macchinari in mostra non servivano soltanto a tappare: vi sono anche apparecchi per imbottigliare, lavare, gasare, ingabbiare e etichettare. Un vero "paradiso" per chi ama le tradizioni e vuole rituffarsi nel passato contadino. Tra le ultime novità, i macchinari che ritraggono l'attività dei casari, intenti a fare il formaggio.
Il museo è davvero una perla preziosa del nostro territorio, una tappa importante di un percorso più vasto che, partendo dalla nostra memoria, dalla nostra storia e dalle nostre tradizioni rimette al centro la nostra Comunità.