Le prime maschere
Nel periodo dell'anno che precede immediatamente la primavera, a cominciare dal giorno di sant'Antonio Abate, fino alla vigilia del primo giorno di Quaresima, mentre la neve comincia a sciogliersi, ma il tempo resta incerto, il mondo sembra impazzire: é Carnevale. Nel 1558 le campagne del reggiano erano state devastate da una terribile peste che distrusse buona parte della popolazione. Quattro anni dopo, tuttavia, nel 1562 il podestà di Castelnovo di Sotto, Benedetto Rinaldi, concedeva la licenza della maschera per il Carnevale, permetteva inoltre di far feste, suonare e ballare, dichiarando, come premessa, di ritenere " cosa honesta che i sudditi che sono sotto il suo governo pigliano spassi honesti poi che la qualità dei tempi nel Stato delle cose lo comportano." Ma, a parte ciò, niente altro sappiamo del modo in cui queste feste si svolgessero.Per avere notizie più soddisfacenti bisogna arrivare all'Ottocento, quando l'Archivio Storico di Castelnovo di Sotto comincia a fornire documenti che finalmente ci parlano con un po' più di generosità. A meno che qualche avvenimento particolare non venisse a consigliare diversamente, il Carnevale era considerato come dedicato " per antica costumanza all'allegrezza" ed il Prefetto concedeva l'uso della Maschera tramite le gride, che ci forniscono preziose informazioni: prima di tutto la Mascherata si fa continuamente a Castelnovo di Sotto, in secondo luogo ha un "capo" e passa da una in altra abitazione a ballare. Infine essa é accompagnata da suonatori. Le Mascherate che incontriamo a Castelnovo di Sotto erano composte da sette-dieci persone, che, fino alla metà del secolo, sono sempre e solo uomini: le parti femminili erano interpretate da uomini travestiti. La Mascherata aveva una Guida e un Direttore: quest'ultimo era colui che "inventava" l'argomento da trattare e componeva le rime; la "guida" era colui che materialmente conduceva per via le maschere e che recitava le rime. La Mascherata si recava processionalmente di casa in casa, accompagnata dai suonatori e dalla gente del paese che via si veniva radunando dietro di loro. Nell'ultima casa visitata ci si fermava per il ballo con cui si concludeva la festa.
I primi carri
Il 28 febbraio 1842 una lettera del Delegato al Governo della città di Reggio comunicava al Podestà di Castelnovo di Sotto che, in occasione delle nozze del Principe ereditario (il futuro Francesco v) con Aldegonda di Baviera e della successiva visita che i nuovi sposi avrebbero fatto a Reggio, la Comunità era intenzionata a manifestare il proprio attaccamento alla famiglia reale con una serie di festeggiamenti: "Fra le feste stabilite avvi quella detta de'Moccoli ed in un altro giorno un gran corso con maschere nello stradone. Amerebbe quindi il Governo che tanto l'una che l'altra fossero rese più numerose col concorso delle Comunità più distinte intervenendovi con un Carro." Ricevuta la lettera del Delegato di Governo, Castelnovo di Sotto non perse tempo e già l'otto marzo gli amministratori del Comune determinavano di affidare l'incarico per l'ideazione e la realizzazione dei carri per le due sfilate a Prospero Guatteri, di professione "fabbricatore di maschere", mentre contemporaneamente si chiedeva un prestito di quattromila lire con cui sopperire alle spese necessarie. Il 16 marzo i disegni erano pronti e venivano spediti a Reggio per l'approvazione: " ..Il primo rappresentava un Tempio gotico, tutto illuminato a colori, sotto del quale é collocata una Sibilla, e, il secondo invece, l'apoteosi di Virgilio, al cui busto verrebbe sostituito il genio Estense oppure Cupido ed ai poeti italiani le Grazie e gli Amori. Il primo disegno era opportuno per la sera durante la festa de'Moccoli, ed il secondo per il corso da farsi di giorno". La festa notturna si svolse il 3 maggio, quella diurna il 22 dello stesso mese. Nell'occasione si tentò anche di favorire lo spostamento degli abitanti della provincia verso la città. Si stabilì, pertanto, che le porte della città rimanessero aperte anche di notte, avvertendo però "che gli Intervenienti debbano essere decentemente vestiti e di non rendersi in qualsiasi modo molesti"; era inoltre proibito "l'entrare in città armati di grossi e nodosi bastoni".
La Società del Carnevale
Particolare importanza assume nel 1885 la nascita della Società per il Carnevale.Scopo dichiarato della Società, al suo nascere, era quello di "promuovere e coordinare i divertimenti carnevaleschi onde maggiormente favorire il commercio e le industrie locali. Purtroppo le testimonianze documentarie sui primi anni di attività della Società del Carnevale a Castelnovo di Sotto sono pochissime, ma quelle che possediamo ci forniscono alcuni dati fondamentali:
- l'aspetto processionale viene recuperato dalla sfilata dei carri e delle carrozze;
- non abbiamo testimonianza di ripresa delle antiche mascherate, ma rimane, ed anzi si accresce, la presenza della musica recuperata però in chiave più "colta" e meno spontaneistica: sempre più a suonare sono ora la Banda filarmonica o suoi membri riuniti in "concertini";
- tuttavia la vivace presenza delle Mascherate nel Carnevale contemporaneo ci permette di supporre che esse non fossero sparite del tutto; solo passarono in secondo piano rispetto a manifestazioni più commerciali e più "colte".
Fin dall'anno successivo alla sua nascita, il 1886, la Società del Carnevale "realizzò a due corsi mascherati nell'interno del Paese con carri, carrozze e maschere". Sul Carnevale del 1893 possediamo molte notizie. Infatti, sul giornale "ITALIA CENTRALE" del 16 febbraio, troviamo la descrizione della festa in cui si parla di "...molti tiri a due, a quattro, moltissimi ad un sol cavallo: belli e ben ornati gli equipaggi, di cui taluni con spiritose maschere". Sfilarono molti carri, tra i quali "ebbe posto d'onore e premio quello della Pace. Erano presenti mascherate e carrozze. "Instancabile poi e pieno di spirito per tutti fu il Sandrone (Guatteri Giuseppe) col figlio Tirsi (Comini Antonio) ".
Nel 1905 il Corso si svolse il giorno di Martedì grasso, 7 marzo. Alle tre del pomeriggio esso si apriva con l'Arrivo trionfale a S.Biagio di Sandrone, che dava il via al Gran Corso Mascherato cui seguiva, la sera, una Veglia Mascherata in Teatro. Era permesso, durante il corso, gettare fiori e confettura, mentre era severamente proibito il getto di arance. Il Carnevale di Castelnovo di Sotto, dunque, cominciava ad essere un punto di riferimento per i reggiani e per i paesi circostanti.
Durante il periodo fascista, nonostante la Prefettura proibisse l'uso della maschera in qualsiasi luogo pubblico, Castelnovo di Sotto ebbe in pratica ogni anno il suo Corso Mascherato, che era organizzato da associazioni fiancheggiatrici del Partito Fascista. Nel 1924 ad organizzare il Corso Mascherato fu la Società "La Fiamma" (organizzazione parafascista il cui marchio recava la scritta: Danze, Teatro, Sport, Carnevale). Dal 1927 in poi ad organizzarlo sarà l'O.N.D. (Opera Nazionale Dopolavoro) e, nel volantino che lo annunciava, é interessante l'annotazione che: "La maschera deve avere un significato allegorico e non politico" ed ancora " Il servizio d'ordine sarà tenuto dalla locale Sezione Fascista". Nel 1931 la Questura di Reggio Emilia di nuovo raccomanda che "le allegorie della mascherata non devono contenere allusioni a sfondo politico né offensive della morale, né del sentimento religioso, né del principio di autorità". Può apparire strano, ma anche nel clima acceso e politicamente aggravato che la provincia reggiana attraversava nel dopoguerra, c'era chi pensava al Carnevale: nel 1946 fu proprio per iniziativa dell'ex segretario dell'O.N.D., divenuto, dopo la guerra, segretario dell'ENAL, Rino Ranzieri che a Castelnovo si organizzò il primo Corso Mascherato del dopoguerra. In realtà, più che di un corso, si trattò della costruzione di un unico carro dal titolo "Intervento chirurgico su Sandrone", che sfilò per le vie del paese senza concorrenti, ma già l'anno successivo i carri in concorrenza erano due. Nascevano le Scuderie, come già allora i gruppi di amici che costruivano i carri avevano incominciato a chiamarsi; tra le prime ad organizzarsi troviamo la Verdi, la Sintomo, la Novella, la Pagoda, la Maestrina.
Il Carnevale oggi. La nascita del "Castlein" e l'Associazione "Al Castlein"
Negli anni '9O, proseguendo nella volontà di recupero e valorizzazione delle tradizioni, si giunse alla definizione di una maschera che racchiudesse i caratteri del nostro Carnevale.
Si è così dato vita al "Castlein", abitante del castello, cioè delle case del borgo all'interno delle mura del paese, che si presenta vestito da contadino, con parlata dialettale, ma nel medesimo tempo ricercata, con espressione sempliciotta o forse tonta e con occhioni spalancati, che lasciano trasparire uno spirito bonario, ma attento, sempre pronto a uno sberleffo.
E' questa maschera che apre anima e chiude il nostro carnevale con proclami e sproloqui di saluto, cercando di interpretare al meglio speranze, aspettative ed umori dell'intera comunità.
Una delle caratteristiche particolari della nostra terra è la capacità innata della gente di cooperare e lavorare insieme, con elevati livelli di competenze tecniche e capacità organizzative. Naturalmente ciò non è andato a discapito della creatività, della capacità di progettazione, dell'abilità manuale e plastica, dell'energia socializzante, della voglia di comunicare e coinvolgere che sono le valenze fondamentali della manifestazione.
Nel gennaio 1977 si costituì la Cooperativa "Il Carnevale". I 19 soci fondatori, rappresentanti le scuderie allora esistenti, siglarono l'atto costitutivo dell'attuale società nella sala della Biblioteca Comunale. Un movimento spontaneo, aggregante e creativo diventò, da quel momento, un'organizzazione che si diede una veste giuridica.
Nel 2002 si è festeggiato il 25° anniversario della cooperativa, poi divenuta Associazione "AL CASTLEIN", che nei mesi di settembre di ogni anno continua a progettare e realizzare i carri e le mascherate che sfilano allegri e maestosi lungo le vie del paese, realizzando le loro opere inizialmente con maschere in creta, poi il negativo in scagliola, poi di nuovo, il positivo, in cartapesta; e via al lavoro di cucitura, ritocco e pittura.
Da anni il Comune di Castelnovo di Sotto si convenziona con l'Associazione AL CASTLEIN per la realizzazione di iniziative legate al Carnevale e al Museo della Maschera