Storia e Monumenti

Data di pubblicazione:
28 Gennaio 2020

Il primo documento che segna l'esistenza del paese risale al 980 d.c.; è una citazione lapidaria di una compravendita avvenuta in Castronovum. Il borgo fu, in quel periodo, possedimento dei vassalli dei Canossa, poi passò ai Da Correggio.
Ancora prima subì l'invasione dei Galli Ungari (fra l'800 e il 900 d.c.). Pare che proprio allora sia stato eretto il primo castello fortezza, una struttura molto semplice.
È nel 1200 che la costruzione divenne una Rocca, che con il tempo acquistò le caratteristiche di sede di Signoria.
I Da Correggio vi abitarono fino al 1300; Castelnovo fu poi dei Visconti e di Ottobono Terzi. Alterne vicende videro succedersi i domini degli Estensi e dei Da Correggio fino al 1600.

Alla metà del XVII secolo Castelnovo di Sotto passò ai Gherardini di Verona, quando il duca Francesco d'Este nel 1652 vendette il feudo.
La signoria dei Gherardini si concluse con l'avvento dei francesi.
Si proclama libero Comune nel 1796 ed entra a far parte della Repubblica Reggiana e della Repubblica Cisalpina.
Terminato il periodo napoleonico il paese tornò agli Estensi che lo dominarono fino al 1859.
Torna sotto il dominio Estense nel 1815 e ritorna libero Comune nel 1860 con l'Unità d'Italia.
Figura di spicco del periodo risorgimentale fu Luigi Amedeo Melegari di Meletole, fondatore, con Giuseppe Mazzini, della Giovine Italia e della Giovine Europa, Ministro degli Esteri nel primo Gabinetto Depretis (1876-77). "Da Odoardo Rombaldi - Luigi Amedeo Melegari 1805-1881, Reggio Emilia 1981".

Itinerario storico - artistico

La fisionomia del centro storico attesta l'antica origine castellana del paese. Castelnovo di Sotto è imperniato intorno al fulcro dell'antica Rocca, ora sede del Municipio, a lato del quale sorge il borgo medievale. La struttura medievale è tuttora ben leggibile poiché si connota dall'alternarsi regolare di strette schiere edilizie porticate che, nel loro rigore urbanistico, attestano un preciso disegno progettuale. Quando l'indipendenza tra la funzione difensiva della rocca ed il borgo viene meno, cade anche lo stretto collegarsi della vita del paese a quello della fortezza, tanto da favorire il costituirsi di una nuova direttrice di espansione urbana: l'attuale strada maestra. Da questa dipende la moderna fisionomia di Castelnovo di Sotto, che è imperniata sulla lunga schiera porticata che raccorda la chiesa parrocchiale al nucleo più antico del borgo.

La pavimentazione dei sottoportici è costituita da piccoli blocchi di arenaria, disposti in file parallele, su cui sono incise figure ornamentali.
La tecnica usata per questo tipo di pavimentazione è quella tradizionale basata sull'utilizzo dei ciottoli fluviali ribattuti.

Più avanti, proseguendo per via Gramsci, si trova la Chiesa Parrocchiale di S. Andrea.

Ritornando verso la Chiesa della Madonna ci s'imbatte nel Palazzo della Rocca, ora sede comunale.
 
In Piazza Prampolini si incontrano l'attuale sede del centro culturale, che ospita anche la biblioteca, e subito dopo, sulla piazza, la Chiesa della Madonna.

L'edificio della Rocca, sede del Municipio

La storia della Rocca si perde nel corso dei secoli.
Il Colombini, nei suoi "Cenni storici", rifacendosi ad un cronista anonimo, ne colloca la costruzione nell'897 d.c. ad opera di quel Sigifredo da Lucca dal quale è discesa la casata dei Canossa.
Non era certo la Rocca che vediamo ora e d'altra parte è impossibile immaginare com'era.
Sembra che nella seconda metà del secolo XI un Da Correggio provvedesse ad ampliarla. Tuttavia fu Giberto IV da Correggio che nel 1318 la fece ricostruire sulle fondamenta attuali.
 
Nel 1903 la sede municipale, che prima si trovava al civico 131 di via Gramsci, è stata collocata nell'attuale Rocca.
Nel 1910, su proposta del sindaco Salvarani,  il Consiglio Comunale, per rendere più decorosa la sala, decide di affidare al pittore Radames Dossi, da poco stabilitosi a Castelnovo Sotto, la decorazione della sala stessa mediante pareti istoriate con soggetti rappresentanti episodi del Risorgimento italiano, soffitto con medaglioni raffiguranti le allegorie della Storia, della Giustizia, della Scienza, della Giurisprudenza, del Progresso, dell'Agricoltura con motti e stemmi delle Provincie Emiliane. (Bertolotti, A., Castelnovo di Sotto dalla fine del '700 agli inizi del '900. Notizie storico urbanistiche, Comune di Castelnovo di Sotto, 1981).
Nel 1995 prendono il via, con il sostegno della Provincia di Reggio Emilia, i lavori di restauro conservativo della Rocca sottoposta, per il suo elevato valore, sottoposti ai vincoli della Sovrintendenza ai Beni Culturali e Ambientali della Regione Emilia Romagna.
Il restauro del Palazzo Rocca fa parte di un complessivo progetto di riordino urbanistico del centro Storico sia dal punto di vista architettonico che culturale e turistico nell'ottica di una sempre maggiore vivibilità e a fronte dell'accrescersi della partecipazione alle manifestazioni del Carnevale di un pubblico sempre maggiore anche da fuori Regione.
Sul retro del palazzo municipale, sul lato destro dando le spalle al parco, è posta la Lapide a ricordo dei 5 partigiani uccisi il 24 aprile 1945.

Il monumento alla Resistenza di Marino Mazzacurati

Il 19 giugno 1968 fu promossa a Castelnovo di Sotto una sottoscrizione per erigere un monumento alla Resistenza.
Il Monumento, posto davanti al Palazzo Municipale fu inaugurato l'8 novembre 1970.
Autore dei bozzetti fu Marino Mazzacurati. In seguito alla morte dell'artista furono Ettore de Conciliis e Rocco Falciano (allievo del Mazzacurati) ad eseguirli. Il monumento ha soprattutto il pregio di presentare un'ideazione assolutamente inedita e originale delle opere celebrative e monumentali. Il monumento infatti è costituito da un anello di bronzo traforato come una ringhiera di forma circolare in cui sono rappresentati simbolicamente e realisticamente i fatti della storia drammatica della nostra epoca.
Al ricordo della Grande Guerra sono collegati episodi della Resistenza nella Pianura Padana; partigiani che combattono nascosti tra i canneti, donne, contadini che partecipano sottraendo e nascondendo i feriti, la fucilazione dei sette fratelli Cervi.
All'orizzonte, sopra stragi, bombardamenti, folle di scheletri urlanti, carceri e lager, appare come un monito l'iscrizione di Bertold Brecht "il sonno della ragione genera i mostri".

Stele di via Camporanieri in memoria di Partigiani caduti

Stele in via Camporanieri, in memoria dei Partigiani Malaguti Posacchio e Simonazzi Alvaro, uccisi dai nazifascisti il 24 aprile 1945.

 

 

 

Ultimo aggiornamento

Giovedi 02 Marzo 2023